Sab 29 ore 20.30
Dom 30 ore 15.00 16.45 18.30

Un film di Oh Seongyun.
Animazione, durata 93 min. – Corea del sud 2012.
“Una storia di sacrificio ancor più che di amore, un film intriso di etica coreana”
Una gallina di nome Leafie non sopporta la cattività del pollaio. Quando finalmente riesce a fuggire e a soddisfare la sua voglia di libertà scopre che il mondo è un luogo ostile, popolato da predatori come la donnola One-Eye. Quando trova un anatroccolo, rimasto orfano a causa di One-Eye, Leafie decide di allevarlo come se ne fosse la madre, nonostante le innumerevoli differenze che separano le due specie.
La forza dei coreani è quella di cimentarsi pervicacemente anche con generi a loro ignoti, mettendo da parte la timidezza del neofita e prendendo il toro per le corna. È successo così con il wu xia, genere che hanno lentamente fatto loro, ora avviene con il cinema d’animazione, da sempre appannaggio di Stati Uniti, Giappone, Francia e altri in seconda battuta, ma mai prerogativa della Corea del Sud. Guardando Leafie tutto si direbbe meno che questo. E non è solo una questione di tecnica, per la ricchezza degli sfondi – una gioia per gli occhi scorgere i particolari nell’intrico della foresta – o di nostalgia, per un’antropomorfizzazione degli animali di stampo classico. In Leafie vive lo spirito del cinema di animazione pedagogico anche nella sua crudeltà, quello della Disney classica di Bambi o delle fiabe di Hansel e Gretel. I bambini piangeranno, ma non è forse vero che è anche questo un veicolo per portare il messaggio a destinazione, dove tanta animazione recente con la sua melassa non riesce più a comunicare alcunché?
Il sottotitolo italiano recita “Una storia di amore”, sciatto e ovvio, dove quello internazionale suonava come “Una gallina in libertà” – voci originarie affidate a un cast di prima grandezza: Choi Min-sik (Oldboy) per Wanderer e Moon So-ri (Oasis, La moglie dell’avvocato) per Leafie – ma nessuno dei due rende l’idea sul tema portante di un film intriso di etica coreana: una storia di sacrificio ancor più che di amore, quello di una madre goffa e inadeguata che, per amore di un cucciolo non suo, affronta ogni genere di ostacolo, ben oltre le capacità che la natura le ha concesso. Non è dato sapere se Leafie (sceglie di) ama(re) Greenie per amore di Wanderer o per spirito di abnegazione materna – lo stesso che la porta a coccolare anche i cuccioli della più spietata tra le predatrici, colei che ha ucciso i genitori di Greenie – quel che conta è che l’affetto che prova è smisurato e invincibile. Addio sentimentalismi e melensi canzoni consolatorie, un benvenuto al politicamente scorretto e alla crudezza del reale, con oche e passerotti intenti a defecare, per lazzo (le oche) o come arma (i passerotti). Una prova di forza sorprendente per il cinema coreano, una possibile svolta per quello di animazione nel suo complesso.
Emanuele Sacchi – mymovies.it
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