Amore, furti e altri guai

Mer 19/10 ore 20.30
Gio 20/10 ore 20.30
Ven 21/10 ore 20.30

Cineforum, ingresso anche con biglietto.

Un film di Muayad Alayan. Con Sami Metwasi, Maya Abu Alhayyat, Ramzi Maqdisi, Riyad Sliman, Kamel El Basha.
Commedia drammatica, durata 93 min. – Palestina 2015.

“Una commedia nera, con un protagonista perseguitato da sfortunate coincidenze”

Mousa vive in un campo profughi palestinese e, per sopravvivere, ruba automobili. Un giorno si impadronisce della macchina sbagliata: una Passat con un soldato israeliano nascosto nel bagagliaio. L’uomo è stato rapito da militanti palestinesi come merce di scambio nell’ambito delle infuocate trattative per la liberazione dei prigionieri politici, detenuti nelle carceri israeliane. Mousa è un sempliciotto, che vuole soltanto raccogliere 5000 dollari per poter emigrare in Italia e giocare a pallone nella Fiorentina, come gli ha promesso un conoscente truffaldino. Mousa non vorrebbe avere niente a che fare con la difficile situazione politica del proprio paese e non sa che farsene dell’israeliano rapito, finito per sbaglio sulla sua strada. Ben presto, l’ingenuo ladro si ritrova al centro di una losca trama che vede coinvolti da un lato i miliziani palestinesi e dall’altro l’Intelligence israeliana. A rendere ancora più complicata la sua situazione, c’è la donna con cui ha una relazione clandestina da anni, una donna che ha messo incinta per poi scappare, e che adesso è sposata con un uomo benestante.
Amore, furti e altri guai è l’opera prima del palestinese Muayad Alayan, che ha studiato cinema a San Francisco, ma ha poi deciso di fare ritorno nel suo paese, accogliendo la sfida di un lavoro privo di risorse economiche, ma che fosse frutto dello sforzo e della creatività della propria comunità. Una sfida vinta con la realizzazione di questo primo film di finzione, ambientato nello scenario di un paese lacerato dalla tensioni politiche che la cronaca estera ci racconta da tempo immemore. L’intento del regista è quello di mostrare come la grande Storia influenza la storia individuale, quella di un piccolo uomo che non è né un eroe nazionale né un martire, ma semplicemente un essere umano che è nato e cresciuto in mezzo a una perenne lotta fratricida e, semplicemente – e forse egoisticamente – non vorrebbe più averne a che fare. Invece, le azioni che mette in campo, nel tentativo maldestro di andare via dal paese per costruirsi un futuro migliore, lo mettono pericolosamente con le spalle al muro.
Nonostante la trama action, questo film non è un thriller e neppure un dramma. Prevalgono i toni della commedia nera, con un protagonista perseguitato dalle sfortunate coincidenze e forse moralmente in debito per la sequela di errori commessi in passato. Non perché sia cattivo, ma perché non brilla per coraggio e altruismo. Nel corso del film proverà a redimersi, mentre la Storia seguirà il suo corso. Proprio la chiave umoristica è la trovata più interessante di un film che, diversamente, avrebbe rischiato di scivolare negli stereotipi. Quasi con gusto, il regista maltratta il suo personaggio sino alla fine, prima di concedergli un’inaspettata chance di riscatto. Evidente la scarsità di mezzi a disposizione di un’opera girata senza sussulti autoriali, in un bianco e nero che spegne i colori e la vitalità di un campo profughi rassegnato a una vita di attesa. Di un domani migliore che rimanda perennemente il proprio arrivo.