Il cieco che non voleva vedere Titanic

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Sab 27/11 ore 18.00 VOS
Sab 4/12 ore 18.00 VOS

Un film di Teemu Nikki. Con Petri Poikolainen, Marjaana Maijala, Hannamaija Nikander, Matti Onnismaa, Samuli Jaskio.
Commedia, durata 82 min. – Finlandia 2021.

“Commedia, thriller, melodramma. Tre film in uno per un esperimento narrativo e visivo sulla condizione dell’handicap.”

Il trentenne Jaakko è cieco e disabile e vive solo nel suo appartamento ancora pieno degli oggetti che risalgono al periodo in cui riusciva a vedere, in particolare centinaia di dvd. A fargli compagnia è la voce di Sirpa, una malata terminale conosciuta online alla quale telefona ogni giorno e della quale è innamorato, pur non avendola mai incontrata di persona. Sconvolto dal dolore di Sirpa dopo l’esito negativo di un esame, Jaako decide di andare immediatamente da lei, nonostante le sue condizioni. Ha “solamente” bisogno di cinque estranei che lo aiutino a raggiungere nel minor tempo possibile la sua amata.
L’aspetto lodevole di Il cieco che non voleva vedere Titanic è il tentativo di risolvere visivamente il dilemma dei film sulla disabilità, di norma raccontati da un punto di vista “sicuro” che lascia allo spettatore la possibilità di immedesimarsi e al tempo stesso astrarsi dalla condizione incerta di personaggi mentalmente o fisicamente menomati. L’aspetto meno riuscito, purtroppo, è proprio la scelta estetica del regista finlandese Teemu Nikki, che volendo avvicinarsi all’esperienza del suo protagonista – malato di sclerosi multipla e condannato alla cecità totale dopo anni di progressiva perdita della vista – posiziona la macchina da presa a pochi centimetri dal volto dell’attore Petri Poikolainen (realmente affetto da sclerosi) e ne riprende le emozioni, dall’entusiasmo all’eccitazione, dallo sconforto alla rabbia, dalla paura al sollievo, con primissimi piani e soggettive sfocate e costantemente minacciate dall’irrompere del fuoricampo (persone, oggetti, suoni).
L’intenzione è quella di dare al film il medesimo punto di vista “cieco”, o meglio ipovedente, del protagonista; ma nel momento in cui si rinuncia alla soggettiva come unica forma di racconto e si punta l’obiettivo anche sul corpo del disabile, diventa chiaro come le immagini che riproducono l’esperienza immersiva della cecità perdano la loro necessità e diventino fatalmente ridondanti: questo è ciò che succede a Il cieco che non voleva vedere Titanic, che finisce per smarrire la propria identità, indeciso tra l’essere un film sulla disabilità, oppure – cosa più difficile e complessa – un film dentro di essa.
La stessa traccia narrativa, passando dalla commedia al melodramma al thriller, appare pretestuosa, dal momento che innesca il dramma a partire dagli impedimenti che affliggono il protagonista, uomo dall’animo generoso e avventuroso ma purtroppo per lui in balia degli eventi e disposto a lottare con le sole armi a disposizione: l’intelligenza e la parlantina.
Il cieco che non voleva vedere Titanic è un film contro il tempo: da un punto di vista fisico, contro la degenerazione del corpo di Poikolainen, che ha spinto gli autori ad affrettare la lavorazione e a usare la sua esperienza personale come punto di partenza; da un punto di vista cinematografo, contro il passare dei minuti e l’ostica situazione in cui Jaakko viene a trovarsi, sempre più lontano dalla meta e al tempo stesso sempre più vicino alla risoluzione della storia.
I continui riferimenti al cinema d’azione americano e alla passione del protagonista per John Carpenter e James Cameron non sono ovviamente casuali; come non lo è, ironicamente, il riferimento al presunto “buco nero” nella carriera del regista di Aliens, ovviamente Titanic, che Jaakko si è sempre rifiutato di vedere e che rappresenta invece, per contrappasso, il nodo mancante della sua esistenza: la storia d’amore travagliata che la vita fa di tutto per negargli, ma che il film ha invece intenzione di regalargli.
E allora è forse giusto che Il cieco che non voleva vedere Titanic sia meno rigoroso di quello che vorrebbe essere, in cambio però di un lieto fine che dona ai suoi protagonisti – non solo Jakko ma anche Sirpa – una meritata ricompensa. (MYmovies)