Il piccolo yeti

Dom 27/10 ore 15.00 17.00

Un film di Jill Culton, Todd Wilderman.
Animazione, durata 97 min. – USA, Cina 2019.

“Un film emozionante che valorizza la poesia della natura e trova nella trama ultra-classica una sua originalità visiva e narrativa.”

Yi è una ragazzina solitaria, che si riempie la giornata di lavoretti per guadagnare quanto le serve a fare il viaggio attraverso la Cina che sogna di fare. Avrebbe dovuto farlo con suo padre, ma lui non c’è più, ed è anche per questo che Yi non sopporta di stare in casa, perché niente è più come prima. Si è creata un suo angolino sul tetto ed è proprio qui che, una sera, s’imbatte in una zampa enorme: niente meno che quella di un cucciolo di Yeti, ferito, spaventato e inseguito da un collezionista senza scrupoli. Lo chiamerà Everest e, per riportarlo a casa, sugli splendi monti dell’Himalaya, Yi viaggerà attraverso paesaggi naturali meravigliosi, resi ancora più emozionanti dalla musica del suo violino e dalle doti magiche di Everest.
Non è certo la prima volta che un film di animazione porta in scena la strana coppia umano/creatura selvaggia (la stessa Culton, quando era alla Pixar, ha lavorato ad un capolavoro del genere quale Monsters & Co.), né la prima volta che la creatura domanda di essere riaccompagnata nel suo mondo (dai tempi di “E.T. Telefono Casa” in poi, è anzi difficile che questo non avvenga) ma Il Piccolo Yeti presenta, se non tratti di novità, di certo una sua peculiarità, che lo tiene prodigiosamente a galla sopra un oceano di luoghi narrativi comuni.
Il peloso e tenero Everest canta e s’illumina come Rapunzel e ricorda nello sguardo lo Sdentato di Dragon Trainer, mentre il facoltoso Burnish non può non far pensare al cacciatore di beccaccini Charles Muntz (Up) e alcuni dialoghi di Yi con la mamma e la nonna sembrano rubati a Inside Out, eppure Il Piccolo Yeti riesce a non fare di questi rimandi delle scopiazzature involontarie bensì delle piccole colonne di un genere al quale aderire alla perfezione ma con una personalità propria, visiva e narrativa. Merito di una scrittura intelligente, che lavora sul sottotesto tanto quanto su quello di superficie.
Così, la bambina “orso”, che non passa il tempo a farsi i selfie con gli amici ma a sognare l’avventura, incontra un “orso” vero, gigantesco e leggendario, ma più simile a lei di quanto si possa pensare: piccoli entrambi, ma dotati di una perseveranza degna delle carpe koi, Yi e Everest, insieme agli amici Peng e Jin, superano ostacoli geografici e interiori, per riportarsi vicendevolmente a casa, al di là della fase di crisi.
Un film con una forte dominante femminile, che si apre a piccoli grandi momenti di fantasia, valorizza la poesia della natura e fa leva sulle emozioni in maniera onesta e diretta, raccontando ai bambini un’avventura più grande di loro ma sedendosi, per farlo, esattamente alla loro altezza. (mymovies)