Le avventure di Taddeo l’Esploratore

Sab 11/5 ore 20.30

Dom 12/5 ore 15.00 16.45 18.30

Un film di Enrique Gato. Con Meritxell Ané, Óscar Barberán, Adam James, Fiona Glascott, Michelle Jenner.

Animazione, durata 91 min. – Spagna 2012.

Fin dalla più tenera infanzia, Taddeo ha sognato di scavare la terra alla ricerca di tesori dell’antichità e di diventare un giorno come Max Mordon, l’archeologo più famoso del mondo (o almeno il più coccolato dai media). Ora che è un uomo, Taddeo scava, ma soltanto nei cantieri edilizi, perché fa il muratore. La passione per l’archeologia, però, non lo ha abbandonato e un caso fortuito vuole che si ritrovi al posto del suo amico professor Humbert, del Metropolitan Museum di Chicago, sul volo per il Perù, in possesso di una tavoletta che potrebbe essere la chiave per la città perduta di Paititi e per il leggendario tesoro degli Inca.
La persistenza di una serie nutrita di reperti provenienti dall’antico impero precolombiano che ancora non sappiamo spiegarci o interpretare ci espone fatalmente al ripresentarsi periodico e puntuale della giungla peruviana come sfondo ideale per l’avventura venata di mistery: non esiste serie animata, videogioco o film con queste ambizioni (qui il riferimento diretto è Il Segreto degli Incas) che non sia passato, con maggiore o minore fortuna, da quei luoghi e da quegli enigmi. Le Avventure di Taddeo L’Esploratore, lungometraggio che sviluppa il protagonista del primo corto animato di Enrique Gato, datato 2003, non fa eccezione.
Il personaggio creato da Gato è un orfano che sorride alla vita, perché non ha mai smesso di fantasticare; le sue scoperte non valgono quasi mai nulla agli occhi del mondo ma si rivelano d’importanza fondamentale per la sua esistenza: è accaduto quando, da piccolo, ha dissotterrato nel giardino di casa un oggetto del padre e avverrà al termine di quest’avventura. Il sapore educativo esplicito, che emerge nel finale, è il risultato coerente e affatto incollato del percorso avventuroso esperito, nel quale non c’è spazio che per l’azione. I siparietti comici, che il film affida ai personaggi del venditore ambulante Freddy e del pappagallo Belzoni, che nel primo tempo zoppicano ma si fanno più godibili nel secondo, sono invece ridotti al minimo, e la stessa sorta tocca al romance tra Taddeo e Sara: l’inseguimento a rotto di collo e la conquista della meta mantengono la priorità assoluta. D’altronde, è questo il punto di forza della regia, tanto che molte scene action non hanno nulla da invidiare a film più muscolosi.
Scricchiola, invece, la sceneggiatura, che è però la pietra angolare su cui si regge il tutto. La parodia di Indiana Jones, la figura della tomb rider Sara Lavrof e di un cane emulo di Milù, o lo scopiazzamento da Up del mito dell’esploratore famoso che nasconde una sgradita dark side, non bastano a fare di Taddeo un personaggio che emerga e si ricordi, e anzi lo privano di un carattere personale. Né basta citare i quipo e le mummie per rendere giustificata ed emozionante la trasferta andina. Per la Spagna si tratta indubbiamente di un’avventura produttiva coraggiosa e interessante, di quelle che costano anni e pazienza, ma è tutto tempo dedicato al disegno, quando ne sarebbe servito un poco di più a monte, in scrittura.