Miracle

Acquista biglietti online


Ven 24/3 ore 20.30
Sab 25/3 ore 20.30
Dom 26/3 ore 17.30
Lun 27/3 ore 20.30 VOS

Un film di Jang Hoon Lee. Con Jung-min Park, Sung-min Lee, Lee Soo-Kyung, Moon-Sung Jung.
Drammatico, durata 117 min. – Corea del sud 2021.

“Un mélo ambizioso che non toglie mai il piede dall’acceleratore del sentimentalismo.”

Anni Ottanta. Il giovane Joon-kyeong dimostra di avere un talento innato per la matematica e le scienze. Orfano di madre, è cresciuto in una famiglia povera e in un luogo decentrato di campagna, che è raggiungibile dall’esterno solo attraverso un binario di raccordo, assai pericoloso da attraversare a piedi. Il ragazzo viene aiutato dalla sorella maggiore Bo-kyeong, che rinuncia a tutto per provvedere a lui e al padre. Quando arriva l’età del liceo Joon-kyeong può dimostrare le proprie doti, anche se è visto dai compagni come un nerd con problemi di adattamento. Non da Ra-hee, però, che è attratta da Joon-kyeong e prova in ogni modo a fare breccia nel guscio invisibile che il ragazzo si è costruito attorno.
Amori adolescenziali, tragedie famigliari e miracoli che rendono l’impossibile possibile ritornano, in un affresco mélo della vita nella provincia remota e dei sacrifici che questa comporta.
Joon-kyeong cresce nel senso di colpa, convinto di aver causato solo tragedie e sofferenze e per questo di non essere amato dal padre. Le sue capacità intellettive divengono quindi le risorse per poter aiutare il prossimo, in una negazione di sé e della propria felicità che è tipica della morale ricorrente in molto cinema popolare sudcoreano. Intriso di neo-confucianesimo, Miracle non brilla certo per adesione allo spirito del tempo contemporaneo: basta soffermarsi sulle scelte compiute dai personaggi femminili per rendersene conto.
La massima ambizione della sorella del protagonista è di provvedere alla famiglia e in particolare ai due maschi superstiti; quella della potenziale fidanzata, invece, è di essere la sua musa e sostenere, anche da remoto, gli sforzi di Joon-kyeong nel perseguire la propria carriera. Ma probabilmente questa etica retriva e patriarcale contribuisce a contestualizzare Miracle in una bolla atemporale che riguarda lo spirito di corpo sudcoreano e l’elogio delle risorse inaspettate della povera gente, costretta dalle circostanze a sacrifici inimmaginabili per i cittadini privilegiati di Seoul.
Il regista Lee non toglie mai il piede dall’acceleratore del sentimentalismo, indulgendo sui momenti più strappalacrime e sfruttando al massimo il toccante contrappunto della colonna sonora.
Per lo spettatore è questione di arrendersi o meno allo strapotere del lato emotional e di sorvolare sulla semplicità disarmante del linguaggio cinematografico di Lee. Se si sta al gioco e si apprezzano le emozioni da feuilleton, Miracle le garantisce in dosi ingenti, l’importante è non cercare di aspettarsi dal film equilibrio e sobrietà.
Più che nei momenti mélo, è paradossalmente nel racconto collaterale di innamoramento adolescenziale, leggero e a tinte pastello, che emerge la capacità di messa in scena di Lee. In primis nella memorabile sequenza della visione di un VHS proibito e del (quasi) primo bacio tra Ra-hee e Joon-kyeong, che ricorda la tenerezza dei flashback spielberghiani. (MYmovies)