Un altro domani

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Mar 21/11 ore 20.30

Ingresso gratuito

Un film di Silvio Soldini.
Documentario, durata 109 min. – Italia 2023.

“Un doc che fa vibrare le corde emozionali ma insiste anche con lucidità e intelligenza sulle varie declinazioni della violenza.”

La violenza sulle donne è un termometro del livello di civiltà raggiunto da un Paese. Il documentario di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi indaga sulle dinamiche psicologiche e socioculturali da cui ha origine questa violenza, e su come si possa riconoscerla fin dai primi segnali, per prevenirla.
Mettendo insieme testimonianze delle vittime e degli autori di violenza, e delle figure incaricate di occuparsi del problema (psicologi, criminologi, autorità giudiziarie, avvocati, Polizia di Stato, responsabili dei centri antiviolenza, ecc.), si delinea lo scenario attuale di un fenomeno complesso e atavico, inquadrato anche in una prospettiva storica che ripercorre come in Italia siano mutate la sensibilità e la consapevolezza attorno al tema.
“È un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né sé stesso, ma soltanto te.” La citazione in apertura, tratta da “L’isola di Arturo” di Elsa Morante, evidenzia subito l’intento di scavare a fondo nelle relazioni affettive per individuare il seme della violenza, che spesso si annida laddove la volontà di possesso e controllo esclusivo sulla donna viene scambiata per amore.
Inframezzando gli interventi dei testimoni (vittime, colpevoli, professionisti impegnati nella lotta alla violenza sulle donne) che compongono il docufilm, la regia si sofferma sulle riprese fisse e silenziose di case e palazzi, dall’esterno, come a suggerire che la maggior parte dei maltrattamenti e delle prevaricazioni sulle donne avviene proprio dietro quelle pareti, all’interno delle abitazioni: la violenza più diffusa rimane quella domestica, derubricata storicamente a ‘questioni di famiglia’, da tenere nascoste nella sfera privata. E invece è giusto rimarcare che si tratta sempre di questioni della società, che ci riguardano tutti e affondano le radici in un sistema patriarcale, di cui molti retaggi culturali restano ancora da abbattere.
Oltre a far vibrare le corde emozionali in alcuni passaggi toccanti (durante il racconto dei casi di femminicidio e figlicidio), il merito del documentario è soprattutto di insistere con lucidità e intelligenza sul fatto che la violenza non è solo quella fisica, ma può essere anche verbale, psicologica, economica. E mentre la prima è immediatamente riconoscibile, la vera sfida è combattere pure le altre e valutarne i segnali, coltivando e diffondendo la cultura della prevenzione, in linea con gli strumenti giuridici più recenti come il Protocollo Zeus, che alle prime manifestazioni di violenza prevede l’ammonimento del soggetto maltrattante, accompagnandolo anche in un percorso trattamentale di rieducazione.
Se si pensa che fino a poco più di quarant’anni fa in Italia il codice penale prevedeva ancora il delitto d’onore e che fino alla metà degli anni Novanta non esisteva una legge contro la violenza sessuale che considerasse lo stupro un reato contro la persona, molta strada è stata percorsa da allora. Ma molta ce n’è ancora da percorrere, per costruire giorno dopo giorno un altro domani. (Mymovies)