Forever Young

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Ven 2/12 ore 20.30
Sab 3/12 ore 20.30
Dom 4/12 ore 17 30
Lun 5/12 ore 20.30 VOS

Un film di Valeria Bruni Tedeschi. Con Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer, Louis Garrel, Micha Lescot.
Drammatico, durata 126 min. – Francia, Italia 2022.

“Un atto d’amore verso gli attori e il ricordo autobiografico di un tempo intenso e libero.”

Parigi, 1986. È il momento delle audizioni per entrare nella prestigiosa scuola di recitazione del Théâtre des Amandiers, il cui direttore artistico era il carismatico Patrice Chéreau. Fra i pochi fortunati ammessi ci sono la bella Stella, concupita dal tenebroso e tormentato Etienne come dall’entusiasta Victor, Adèle la rossa e Frank che è già sposato e in attesa di un figlio, una ragazza incinta, un’altra gay, un cantante: tutti intorno ai vent’anni, tutti posseduti dal sacro fuoco della recitazione. È l’epoca dell’amore libero, ma lo spettro dell’Aids comincia già a farsi strada, e sarà destinato a porre fine alla gioiosa promiscuità cui i ragazzi sono abituati; così come le droghe facili taglieranno le gambe a chi fatica a gestire il proprio equilibrio interiore. Qualcuno ce la farà, nel teatro e nella vita, qualcun altro soccomberà alle pressioni di un mondo esterno in cambiamento.
La sua nostalgia per quel tempo intenso e libero si respira in ogni inquadratura, restituendo, soprattutto nelle prime scene (e in quelle ambientate a New York, quando i ragazzi vanno in trasferta all’Actors Studio di Lee Strasberg), che tracimano vita, passione e fiducia per le magnifiche sorti e progressive che sembra riservare loro il futuro: un entusiasmo che verrà frenato dall’involuzione di fine anni Ottanta.
Lo stile è quasi documentario (il direttore della fotografia è quel Julien Poupard che ha firmato I miserabili e la serie The Eddy) e si abbandona al flusso scomposto degli amori e della mimesi dei giovani protagonisti. Purtroppo però da un certo punto in poi la trama prende una svolta meno coinvolgente, incentrandosi sulla relazione tossica fra due dei ragazzi: relazione che segue un iter dall’esito abbastanza scontato. Se per la regista quella vicenda beneficia della tenerezza affettuosa del ricordo, per lo spettatore va a detrimento del resto della storia, che invece fino a quel momento aveva una sua energia speciale.
Louis Garrel, dopo aver interpretato Jean-Luc Godard per Michel Hazanavicius, si cala qui nel ruolo di Patrice Chéreau evocandolo con rispetto ma anche con una certa misura di ironia, ma il personaggio più riuscito è quello del direttore della scuola Pierre Romans, interpretato con schiva umiltà da Micha Lescot.
Bruni Tedeschi, oltre alla regia, cofirma la sceneggiatura con le colleghe Noémie Lvovsky e Agnès de Sacy, esprimendo tutto il suo amore per gli attori e per il gesto recitativo, ma avremmo preferito che mantenesse al centro della scena quella visione corale e magmatica di una generazione scomparsa che pensava di avere in mano il mondo e il palcoscenico. (MYmovies)