Il gioco del destino e della fantasia

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Gio 9/9 ore 20.30
Ven 10/9 ore 20.30
Sab 11/9 ore 20.30
Dom 12/9 ore 20.30
Lun 13/9 ore 20.30
Mer 15/9 ore 20.30

Un film di Ryûsuke Hamaguchi. Con Kotone Furukawa, Kiyohiko Shibukawa, Fusako Urabe, Ayumu Nakajima, Hyunri. Drammatico, durata 121 min. – Giappone 2021.

Tre storie di rivelazioni e coincidenze nel Giappone d’oggi. Nella prima, una ragazza si rende conto che la sua amica ha incontrato e si sta invaghendo del suo ex-fidanzato, e deve decidere come comportarsi. Nella seconda, uno studente vuole vendicarsi di un professore che lo ha bocciato, e persuade una studentessa a incastrarlo con un tentativo di seduzione dagli esiti imprevisti. Nella terza, due donne si riconoscono reciprocamente per strada come due importanti figure del rispettivo passato, ma un pomeriggio insieme farà venire alla luce una realtà un po’ diversa.
Wheel of fortune and fantasy lo vede proseguire in una direzione simile al precedente Asako I & II, con dei toni leggeri ma una messa in scena iper-calcolata, ben lontana dall’opera-fiume Happy hour, densa e spontanea esplorazione dell’amicizia femminile, che lo aveva portato al successo nel 2015.

L’Hamaguchi recente è però certamente più accogliente per il grande pubblico, e Wheel of fortune and fantasy è una gioia da guardare con le sue tre storie di coincidenze progressivamente più improbabili e di incontri che dal nulla cambiano la vita. Alcuni gustosi, altri commoventi, qualcuno perfino crudele: non è un cinema di soli buoni sentimenti il suo, benché rimanga di radice profondamente umanista.

Come in Asako, la salvezza e la dannazione dei personaggi di Hamaguchi passa per la prova del tempo, che scorre e riporta a galla il passato in una configurazione nuova. Vecchi amanti o nuovi amici, su quale casella si fermerà questa “ruota della fortuna” esistenziale? L’elemento di totale sorpresa, da sempre sfruttato dal regista come base sia tragica che umoristica, diventa il trait d’union tra i racconti ed esalta il talento da perfetto dialoghista di Hamaguchi, che sa essere buffo e sardonico come Hong Sang-soo e improvvisamente rivelatorio come Rohmer, spesso nell’arco di una sola battuta.

La conversazione a due è il suo parco giochi preferito, e si evolve dai tempi di Happy Hour (in cui era una meta da raggiungere sfrondando le dinamiche di gruppo) fino al presente, in cui diventa indulgente e abbondante ripetizione che giunge a battito serrato. Cantore ormai specializzato del ritratto femminile, Hamaguchi è tanto più prezioso nel panorama giapponese per la franchezza amorosa e sessuale in cui bagna la sua prosa, ed è quindi una fortuna che sembri divertirsi così tanto a giocare con lo spettatore.