La ragazza del treno

Sab 12/11 ore 20.30
Dom 13/11 ore 20.30
Lun 14/11 ore 20.30

Un film di Tate Taylor. Con Emily Blunt, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, Justin Theroux, Luke Evans.
Thriller, durata 112 min. – USA 2016.

“Una giovane donna che non ha superato il suo divorzio e il fatto che il suo ex si sia prontamente risposato.”

Emily Blunt è la ragione per vedere e apprezzare questo film. Nell’oltremodo impegnativo ruolo di Rachel, l’attrice estrae dalla propria recitazione tutta l’angoscia e lo stato confusionale in cui versa la protagonista della storia. La ragazza del treno inevitabilmente non arriva a restituire la profondità dei personaggi, così come Paula Hawkins li espande nelle pagine dell’omonimo romanzo. In questa riduzione, però, la sveltezza generale e la superficialità dei personaggi secondari è compensata dalla Blunt che magnetizza l’intera attenzione e questo è un bene.
È un bene per chi quel libro l’ha letto e deve digerire un approccio stilistico al racconto diverso, oltre al determinante cambio di location, dai sobborghi londinesi alla periferia americana del New England. Narrativamente l’indagine che Rachel svolge, morsa da fantasmi personali e alcolismo, è narrata con continui salti temporali e cambi di punti di vista. Questa dinamicità aiuta a rendere il film scorrevole e godibile, anche se non è difficile capire dove vada a celarsi il mistero. La forza risiede anche, più in generale, nel carattere femminile della storia che presenta donne distanti tra loro eppure legate da qualcosa che va oltre la semplice esigenza della trama. C’è un messaggio intrinseco che l’autrice rivolge alle sue lettrici, ricordando loro quanto sia fondamentale la presa di coscienza di essere donna di fronte alle avversità, soprattutto mascherate da uomo.
La ragazza del treno è un film che non arriva a scardinare alcunché nel genere cinematografico del crime thriller. Si presenta patinato, tanto nell’immagine quanto nello stile di regia, e lo resta anche nelle sequenze più violente o più sessualmente esplicite (da divieto negli USA, per tutti in Italia). La scelta del regista Tate Taylor volutamente schiva l’impatto grezzo per offrire un prodotto di intrattenimento elegante, che probabilmente ambisce a richiamare l’atmosfera di Gone Girl di David Fincher.